LAMBRUSCO

 


STORIA

Per Lambrusco si intende una delle uve più antiche d'Italia, l'uva Lambrusca era già nota ai Romani. Lambrusco deriva dall'unione di due parole latine: labrum e ruscum, rispettivamente margine selvatico, probabilmente per identificare le viti selvatiche che crescevano al lato dei campi e dei sentieri. I mezzadri infatti coltivavano la vite intorno ai campi e queste piante venivano "maritate" ad olmi o aceri campestri. Questo "matrimonio" tra albero e vite sembra che proteggesse dagli attacchi della fillossera e ancora oggi passando tra Emilia e Toscana si trovano vite a piede franco, maritate ad alberi.

Secondo gli studi l'origine del Lambrusco potrebbe essere la vitis sylvestris, che cresceva spontaneamente ai lati della pianura padana.
Per opera dei Greci e dei Romani, venne introdotta la vitis vinifera dal Medio Oriente, che nonostante inizialmente trovo difficoltà di adattamento al clima più rigido rispetto a quello di origine, ebbe un ruolo fondamentale come impollinatrice della vitis sylvestris che ne ingentilì le caratteristiche.
Nacque così l'uva lambrusca, selvatica e ormai presente da millenni.


TERROIR


I Lambruschi di Modena si dividono:

  • Sorbara e Salamino nella pianura
  • Grasparossa nella collina

La pianura ossia la zona a nord di Modena, è caratterizzata da suoli sabbiosi e limosi particolarmente adatti per il Lambrusco di Sorbara, mentre verso Campi e Campogalliano è caratterizzato principalmente da argille grigie vocate per il salamino.
La collina è completamente differente, qui il terreno è composto da argille rosse e grigie ed essendo più pesante le piante faticano d più per cui rese minori e maggior concentrazione di polifenoli nell'uva che si esprime poi nel vino caratterizzandolo.




Il Sorbara

Il lambrusco di Sorbara soffre di autoimpollinazione, é maschio sterile e non riesce a fecondarsi per questo motivo, all'interno dei vigneti di Sorbara, si trova una percentuale del 10/15% di salamino di Santa Croce, che aiuta l'impollinazione.
Il Lambrusco di Sorbara produce grappoli piccoli e conici con una buccia blu abbastanza spessa. Il vino che si ottiene è rosso rubino o rosato, ha profumi di viola, lampone, ribes, fragola. Non è tannico ed il finale è sapido. E' un vino che invecchia molto bene.


Il Salamino di Santa Croce



Questo lambrusco produce un grappolo lungo a forma di un piccolo salame, è compatto e la buccia è blu scuro. Il vino che si ottiene è violaceo, ha profumi fruttati, mantiene freschezza e di buona sapidità. E' un vino da bere giovane, non adatto all'invecchiamento se non rari casi, di bella acidità e poco tannico.




Il Grasparossa



Prende il nome dal raspo, detto graspo, che in fase di maturazione assume un colore rosso. Le vecchie piante durante l'autunno si riconoscono perché le foglie assumono un colore rosso intenso. Il grappolo è piccolo, la buccia è blu-nera e spessa. Il vino che si ottiene è rosso rubino intenso con riflessi violacei scuri, ha profumi vinosi e amaricanti; non particolarmente acido, ma di grande tannicità. E' un vino che invecchia bene.




Curiosità

Il Lambrusco sta prendendo una nuova tendenza spinta da alcuni vignaioli come Camillo Donati, Cà de Noci, Cinque Campi, Ferretti, Podere Cipolla e altri, che sono stati in grado di far nascere un gruppo unito che racconta i rifermentati in bottiglia. Ogni anno infatti il 2 giugno c'é un evento il SUR LI tra Piacenza e Bologna  organizzato dai vignaioli emiliani dove si può bere solo i rifermentati in bottiglia da agricoltura biologica o biodinamica.



Suggerimenti

Una delle aziende che più mi ha stupito dei rifermentati sur li è Bergianti puro vino vivente.
C'è anche la versione metodo Classico che ammetto essere straordinariamente intrigante.
Questi sono vini da abbinare con tutto!!!!! Si assolutamente con tutto.... cito la canzone di Ligabue "Lambrusco e pop corn "e io vi dico Lambrusco e Bourguignonne.

Buone degustazioni e alla prossima..... Vite in Blog

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