C'é poesia anche nell'affinamento e nella conservazione del vino, non a caso questo può avvenire in diversi materiali a seconda degli obiettivi del vignaiolo.
Quando la meravigliosa bevanda di Bacco viene messa a riposare ci sono due aspetti molto importanti di cui tener conto. La famosa micro ossigenazione ossia la capacità del materiale, in base alla porosità, di scambiare piccole quantità di ossigeno con l'esterno. Questo riflette sul colore del vino e sulla rotondità dei tannini. L'altro aspetto riguarda la cessione aromatica, ossia la capacità del materiale di influire sul gusto del vino in maniera più o meno intensa.

Uno dei primi contenitori a livello storico sono sicuramente la anfore. L'argilla è il materiale di cui sono composte e che a seconda della temperatura di cottura può prendere il nome di terracotta, ceramica o gres. Nel mondo delle anfore più alto è il grado di cottura, minore sarà la porosità e quindi lo scambio di ossigeno con l'esterno. La terracotta può superare la porosità di alcun legni, mentre nel gres è quasi nulla.
Per alcuni esperti questo materiale trasferisce al vino una sfumatura terrosa che impatta sul gusto, altri negano questa possibilità. Si trovano invece in accordo sulla capacità di mantenimento della temperatura costante, soprattutto quando vengono utilizzate interrate ossia "alla georgiana".
Sempre per esigenze storiche le anfore vennero sostituite dalle botti grazie all'ingegno dei Celti, che per evitare rotture durante il trasporto costruirono contenitori più sicuri.
Anche in questo caso cambiano sia le dimensioni che le varietà di legno: acacia, rovere e castagno i più comuni. Ma anche il grado di tostatura è fondamentale ai fini degli effetti della micro ossigenazione che del rilascio aromatico.
Interessante anche soffermarsi sull'età della botte, che nei primi anni rilascerà i più alti livelli di traspirazione e di influenza aromatica.
Di più recente impiego sono i contenitori in cemento. In questo caso l'impatto del cemento non ha effetti dal punto di vista aromatico ne tanto meno di micro ossigenazione. Infatti, ad oggi è obbligatorio che le vasche vengano vetrificate o dipinte all'interno con vernici alimentari.
L'ultimo arrivato per l'affinamento dei vini è proprio l'acciaio inox. Con questo materiale c'è l'inevitabile assoluta mancanza di cessione aromatica e di inerzia termica che consente una maturazione lenta e il pieno rispetto del vitigno, dell'annata e del territorio.
I contenitori in acciaio inoltre sono poco pesanti, quindi facili da spostare e molto pratici da pulire rispetto a tutti gli altri.
CONSIDERAZIONI
E' difficile stabilire quale sia il materiale perfetto. Ogni vignaiolo, ogni azienda avrà la sensibilità per scegliere e utilizzare il contenitore che più esprimerà quello che si vuole raccontare con il vino, o quello che la tradizione personale o del luogo ha da dire.
Io vi consiglio di essere curiosi e di bere, bere, bere sempre e comunque con criterio e magari facendovi accompagnare dagli stessi produttori o dagli amici con i quali riuscite ad emozionarvi davanti un bicchiere.
Alla prossima Vite... in Blog
Elisa
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